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Sono la stessa cosa il diario alimentare e il diario emotivo-alimentare?

Il diario alimentare

Il diario alimentare è uno strumento molto utilizzato in campo nutrizionale-dietetico e nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione.

I dietologi-nutrizionisti-biologi nutrizionisti lo propongono soprattutto come un mezzo con cui il paziente riferisce qualità e quantità di cibo assunte. In questo caso diviene un ottimo mezzo di controllo esterno: “non devo abbuffarmi/mangiare male altrimenti lo devo scrivere sul diario…e poi che figura ci faccio?!”.

Però, spesso gli stessi pazienti lo compilano in modo disinteressato, perché lo vivono come un controllo rigido e punitivo. Oppure viene ritenuto una sorta di elenco di cose che hanno mangiato e quindi viene fatto di fretta, magari a fine giornata, magari ogni 2 giorni, magari solo prima di andare alla seduta successiva…

In ambito psicoterapeutico, l’utilizzo del diario alimentare viene molto utilizzato nell’approccio cognitivo comportamentale ideato da Fairburn e Wilson che l’hanno posto come tecnica alla base del trattamento della bulimia nervosa.

Usato durante una terapia cognitivo comportamentale, il diario alimentare può essere utile non solo per conoscere l’alimentazione, ma anche i pensieri, le emozioni e i comportamenti che caratterizzano il paziente.

Ciò permette di mettere in luce la relazione esistente tra ciò che egli mangia e ciò che pensa e sente!

Inoltre, il diario è utile per valutare se l’andamento di peso è congruo al tipo di alimentazione del paziente, per monitorare nel tempo i progressi e le difficoltà incontrate: alimentari, cognitive ed emotive.

Il diario emotivo-alimentare

Un tipo di diario alimentare utilizzato in pazienti che hanno problemi di alimentazione incontrollata (utilizzo del cibo come strategia di fronteggiamento delle situazioni stressanti) è il diario emotivo-alimentare.

Secondo Todisco e Vinai esso è da inserire in un momento ben preciso della terapia cognitivo-comportamentale, precisamente da quando il paziente inizia ad esplorare ipotesi alternative di pensieri e comportamenti legati alle situazioni problematiche.

Di seguito riporto il diario emotivo-alimentare elaborato da Todisco e Vinai.

Situazione

(ora, luogo)

Pensieri ed emozioni

(prima)

Fame

(0-10)

Cibo e bevande consumateAbbuffateAlternative al ciboPensieri ed emozioni (dopo)
es. ore 22

sono a casa da sola, guardo la tv;

 

 

 

Pensiero: “sono sola” “nessuno mi chiama” “rimarrò da sola”

emozioni: mi sento triste, malinconica

 

25 biscotti

un cioccolatino

una tisana

noavrei potuto chiamare io un’amica

sarei potuta uscire a fare una passeggiata

 

mi sento un po’ in colpa

mi vergogno un po’

sono più triste

 

Come compilarlo?

Prima colonna: scriviamo le situazioni in cui consumiamo il cibo e l’orario.

Seconda colonna: riportiamo i i pensieri e le emozioni che non hanno aiutato a gestire la situazione, che hanno preceduto il pasto.

Terza colonna:  inseriamo la sensazione di fame chiedendoci: “da 0 a 10 quanta fame provo (prima di mangiare)?”

Quarta colonna: riportiamo il cibo e le bevande che si sono assunte e la loro quantità.

Quinta colonna:  indicheremo se sono avvenute abbuffate: mangiare in un periodo definito di tempo una quantità di cibo nettamente maggiore di quella che assumerebbe la maggior parte delle persone nello stesso periodo di tempo e nelle stesse circostanze; in aggiunta, può essere presente la sensazione di aver perso il controllo sull’alimentazione (es., sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando).

Sesta colonna: riflettiamo e scriviamo quali alternative avremmo potuto mettere in atto al posto di utilizzare il cibo.

Settima ed ultima colonna: rianalizziamo i nostri pensieri e nostre emozioni presenti dopo aver utilizzato il cibo come strategia di fronteggiamento della situazione.  

Quando utilizzare il diario emotivo-alimentare?

Questo tipo di diario può essere utilizzato anche autonomamente, per riflettere sul proprio stile di comportamento alimentare, di pensiero e sul proprio mondo emotivo.

Alla base del suo utilizzo ci deve essere la consapevolezza da parte della persona dell’importanza dei meccanismi di pensiero ed emotivi alla base del comportamento alimentare. Per questo motivo, in terapia, prima si lavora per far si di arrivare a questa consapevolezza, attraverso l’utilizzo di altre tecniche, e poi si utilizza questo diario.

Tuttavia, tutti possono provare ad utilizzare questo strumento per accrescere la consapevolezza rispetto le situazioni vissute in modo problematico, che più facilmente innescano il comportamento alimentare disfunzionale, pensieri negativi e conseguenti emozioni.

Però, va precisato che non si tratta di una bacchetta magica e non è detto che risulti semplice compilare tale diario, individuando pensieri disfunzionali ed emozioni conseguenti.

Quello che vogliamo sottolineare è che se si pensa di avere un problema dell’alimentazione (bulimia nervosa, binge eating, anoressia nervosa) o se si soffre di obesità è necessario chiedere aiuto ad un professionista e non sottovalutare la situazione.

 

Non è giusto e non è funzionale essere da soli ad affrontare delle problematiche così complesse!

 

Rendersi conto che c’è un problema è il primo passo per gestirlo, il successivo è chiedere aiuto a chi ci può dare gli strumenti necessari per aiutarci!

 

 

Bibliografia

dalle Grave, R. (2014). Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità. Verona: Positive Press.

Vinai, P., & Todisco, P. (2007). Quando le emozioni diventano cibo Psicoterapia cognitiva del Binge Eating. Milano : Raffaello Cortina.