Hai mai fatto delle abbuffate?
Cioè, ti sei mai sentito come se avessi perso il controllo sul cibo?
Hai mai mangiato tanto da sentirti male?
Magari l’hai fatto in solitudine, lontano dagli sguardi di altre persone?
E dopo cos’hai provato?
Ti sei sentito in colpa? ti sei vergognato?
Tutto questo ti succede spesso, da diversi mesi, più volte a settimana?
Se a tutte le domande hai risposto “SI”, potresti avere un problema dell’alimentazione.
Se vuoi conoscere meglio il problema del Binge eating continua a leggere l’articolo
Perché ti abbuffi?
Possono essere tanti i motivi…Per capirlo bisognerebbe analizzare le emozioni che provi prima, durante e dopo l’abbuffata. Così come capire quali pensieri, prima durante e dopo di essa.
In linea generale, secondo i ricercatori cognitivo-comportamentali, sono due i meccanismi alla base dello scatenamento delle abbuffate:
1. BLOCCO EMOZIONALE
2. FUGA DALLA CONSAPEVOLEZZA
Non voglio parlare complicato. Vediamoli insieme.
FUGA DALLA CONSAPEVOLEZZA
Quando ti abbuffi, nel momento in cui lo fai, potresti provare una sensazione di perdita di controllo, di allontanamento dalla realtà. Potrebbe sembrarti di non renderti conto di ciò che stai facendo.
Con l’abbuffata ti focalizzi sul presente, senza riflettere sugli eventi passati e futuri che senti potrebbero minacciare la tua autostima.
Così li EVITI.
Purtroppo ciò porta a non riflettere sulle conseguenze future delle tue azioni.
In quel breve momento di abbuffata potresti provare un certo sollievo dalle emozioni negative, da cui stai fuggendo. Tuttavia, non svanisce il ricordo degli eventi spiacevoli che l’ha provocata e la previsione del loro ripetersi.
NON STAI RISOLVENDO IL PROBLEMA.
Quali sono i pensieri che hai appena prima di abbuffarti?
Di solito, sono presenti dei pensieri tipo questi:
“non posso tollerare questa emozione negativa”
“non posso fare niente per cambiare la situazione”
Quindi, le abbuffate sembrano rappresentare un momento di sollievo per un disagio che non riesci a tollerare!
SI CREA COSÌ UN CIRCOLO VIZIOSO: ti convinci sempre di più di non avere altra possibilità per modificare la tua vita, aumenti di peso e questo diminuisce la tua autostima.
E IL BLOCCO EMOZIONALE?
Come abbiamo detto poco sopra, se fai un’abbuffata, la fai perché potresti voler allontanare dalla tua coscienza le emozioni negative e non sentire più nulla.
Da questa spiegazione il nome del meccanismo “BLOCCO EMOZIONALE”.
Questo è un meccanismo non molto diverso da quello utilizzato dai tossicodipendenti o dagli alcolisti!
“mi ubriaco/mi drogo per non sentire il disagio emotivo che provo”…
Secondo Todisco e Vinai, nel Binge eating (abbuffate di cibo) il blocco emozionale si manifesta con la difficoltà a controllare gli impulsi e la presenza di una “finestra emozionale stretta”.
Altro concetto importante da spiegare meglio!
La finestra emozionale stretta è rappresentata da un’alta soglia di percezione delle emozioni e una bassa soglia di intolleranza delle emozioni.
Cioè, si percepiscono le emozioni solo quando raggiungono un’intensità elevata. Al di sotto di questa soglia non vengono riconosciute.
Ma, appena vengono percepite (e sono elevate) si sente anche l‘incapacità di tollerarle ed ecco, che per gestire l’ndata di forte emozione, viene agita l’abbuffata (= evitamento/fuga dalla consapevolezza).
Ecco un’immagine per comprendere cosa s’intende per finestra emozionale stretta:
Si viene a creare un circolo vizioso in cui è difficile districarsi.
Le emozioni negative vengono facilmente provocate dai problemi di vita reale (problemi sul lavoro, di coppia, familiari).
– Se hai difficoltà a controllare gli impulsi e fai fatica a tollerare le emozioni (le emozioni negative pensi di non riuscire a gestirle),
– se nella tua vita sin da piccolo/a il cibo è stata una risposta multifunzionale a varie situazioni (es., la mamma/papà/nonna/zio che dice: “non piangere ti prendo un gelato” “sei triste ti compro una torta” ecc.)
È probabile che quando senti delle emozioni negative utilizzerai le abbuffate per gestirle.
PERCHÉ LE ABBUFFATE OLTRE A NON RISOLVERE I PROBLEMI NE CREANO?
Al di là dell’aspetto medico, comunque non poco importante, come scritto prima, l’abbuffata riduce il tuo senso di autostima e autoefficacia.
Dopo l’abbuffata potrai provare senso di colpa e vergogna per la trasgressione alimentare e l’indesiderato aumento di peso.
Queste emozioni e sensazioni ti porteranno a rafforzare quel tuo bisogno di controllo (tendenza all’ipercontrollo), ma anche l’idea di te negativa (bassa autostima).
Senso di colpa e vergogna sono ulteriori emozioni negative, che potresti faticare a tollerare. Per cui utilizzerai ulteriormente l’abbuffata.
Un possibile pensiero che hai per giustificare la successiva abbuffata potrebbe essere “ho fatto 30, faccio 31”. Niente di più sbagliato.
Qui sotto uno schema che riassume la dinamica descritta.
IMPORTANTE!
Il sintomo è anche un modo di affrontare i problemi. Esso è modificabile con impegno e costanza, non è una caratteristica di personalità!
Così come ci è voluto del tempo affinché si strutturasse, ci vuole del tempo per modificarlo!!
Se mi sono rivisto in queste dinamiche o ho visto un amico o un familiare?
Prendere coscienza di avere un problema è il primo passo per risolverlo.
Se accanto a te hai un amico o un familiare che sembra soffrire di questa problematica cerca di parlagli con calma, di trovare un momento in cui siete soli ed esprimigli come ti senti nel vedere o sapere che ha questi comportamenti problematici. Che per risolvere il problema può chiedere aiuto ad un professionista e contare sulla tua presenza. Non c’è nulla di cui vergognarsi
Non si tratta di giudicare la persona ma di parlare del suo comportamento e chiedere come si sente, se ha già pensato a delle soluzioni e, sopratutto, se ha piacere di essere aiutato.
Esprimendo il tuo sincero interessamento lui/lei potrebbe sentirsi a suo agio, parlarti e valutare delle possibili soluzioni al problema.
Se sei tu ad avere questo tipo di problema e non hai mai chiesto aiuto…forse è arrivato il momento per farlo?
Ci sono molti psicologi bravissimi che possono aiutarti.
Per me un criterio importante per scegliere il professionista è anche la sua specializzazione nel trattamento del problema di cui soffri, in questo caso potrebbe essere utile vedere i professionisti specializzati in disturbi dell’alimentazione.
Nel sito dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) puoi trovare un elenco di professionisti e centri sparsi in tutta Italia.Clicca qui
Ovviamente, non solo i professionisti iscritti ad AIDAP sono quelli specializzati in disturbi dell’alimentazione.
Io, ad esempio, sto svolgendo il master promosso da AIDAP quest’anno (2018). Non sono ancora presente nel loro albo di professionisti, ma sono diversi anni che mi documento e lavoro nel settore dell’obesità e binge eating (abbuffate di cibo).
Hai ancora qualche dubbio sul chiedere aiuto?
Ti dico altre due cose in merito al percorso di tipo cognitivo comportamentale per disturbi dell’alimentazione, in particolare il binge eating (abbuffate di cibo).
Durante il percorso collaborerai con il professionista al fine di migliorare la tua qualità di vita.
Non sarà una passeggiata. Ma puoi cambiare le cose e stare meglio!
Puoi imparare nuovi modi per gestire le emozioni negative senza le abbuffate.
Ci potranno essere delle ricadute, cioè ti potrà succedere di compiere un’abbuffata dopo non averne più fatte per un certo periodo, è un evento probabile, MA Non è un fallimento.
è più utile vederla come una svista dalla quale puoi apprendere una modalità più efficace per affrontare la situazione; un modo per testare le abilità che hai acquisito e migliorarle. Non si tratta di mancare di volontà o essere incapaci.
Quali sono gli obiettivi generali del percorso cognitivo comportamentale?
- gestione delle problematiche alla base delle abbuffate
- controllo dell’alimentazione
- obiettivi più specifici saranno stabiliti per ogni singola persona con il terapeuta.
Obiettivo della terapia è anche modificare il disagio esistenziale, ma poiché il rapporto con il cibo e le sue conseguenze contribuiscono a mantenerlo, è bene agire su entrambi (disagio esistenziale e alimentazione). Trascurare uno dei due non aiuterebbe.
Ecco perché è necessario che con lo psicologo collabori con esperti nutrizionisti o dietisti!
Ancora indeciso?
Ecco 11 motivi per cui chiedere aiuto ad uno psicologo se molto spesso, da tempo, ti abbuffi…
- Ridurre il disagio emotivo
- Ridurre lo stress
- Ridurre le preoccupazioni per il peso e le forme del corpo
- Aumentare la propria autostima
- Per acquisire uno stile di vita bilanciato
- Avere maggiore autocontrollo anche di quelle situazioni emotive e relazionali difficili da fronteggiare
- Aumentare l’accettazione del proprio corpo
- Ridurre/prevenire le problematiche mediche connesse agli eccessi alimentari e all’aumento di peso (diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, ecc)
- Acquisire e mantenere un peso corporeo ragionevole
- Essere più mindful. Cioè, essere consapevoli del qui ed ora, senza giudicarlo e rispondervi in modo consapevole e non automatico.
Per conoscere meglio te stesso!
Queste sono alcune delle motivazioni che ho individuato io.
Tu puoi averne anche altre, diverse e più importanti per te!
Non esitare a chiedere aiuto.
CHIEDERE AIUTO NON VUOL DIRE ESSERE DEBOLE!
Spero di averti dato degli spunti di riflessione utili.
A presto,
Bibliografia
dalle Grave, R. (2014). Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità. Verona: Positive Press.
Vinai, P., & Todisco, P. (2007). Quando le emozioni diventano cibo Psicoterapia cognitiva del Binge Eating. Milano : Raffaello Cortina.

Mi chiamo Giulia Giambenini, sono una psicologa abilitata all’esercizio della professione, con una specializzazione in disturbi del peso e dell’alimentazione e psicoterapeuta all’ultimo anno di formazione presso la Scuola Cognitiva di Firenze.
Il mio studio si trova in via Jano Planco, n 16, Rimini. Per appuntamenti chiamare il numero 340-1709433
A me gli psicologi non hanno mai creduto, mi hanno sempre dato della bugiarda e dopo un po’ sbolognato a qualcun altro collega. A ventinove anni mi sono stancata e mi arrendo. Basta.
Qualche*